Trasmetto, non creo. Percorsi tra filologia e filolosofia nella letteratura cinese classica
Trasmetto, non creo: credo negli antichi, li venero e, nel far ciò, oso paragonarmi al Venerabile Peng. Stando al Lunyu, così Confucio definì la propria missione. Nel trasmettere si rischia, per, di tradire, poiché trasmettere significa, pur sempre, tradurre, ovvero adottare nuove forme per articolare le visioni normative dell'antichità. Addirittura, non solo si rischia, ma si deve tradire: in fondo, linguaggi destinati a superare i contesti che li hanno generati non possono che essere traditi. Leggere bene le opere cinesi antiche significa, dunque, saper cogliere incongruenze e discontinuità nelle rappresentazioni di un passato normativo e, soprattutto, valutare i condizionamenti contestuali che ne hanno determinato la trasmissione. Occorre, dunque, seguire un approccio che , al contempo, filologico e filosofico e che non mira tanto a ricreare la purezza di un'antichità immune dalla corruzione, bensì al disvelamento delle dinamiche dell'imperfezione.