La lotta contro la corruzione in Cina: tra mosche e zanzare, tigri e squali
Questo volume descrive il processo di strutturazione del campo del potere nella Repubblica Popolare Cinese dalla sua fondazione (1949) fino agli anni Novanta, concentrandosi sulla tematizzazione della corruzione e anticorruzione. L'impianto teorico-analitico prende le mosse da alcuni dei contributi piu' significativi offerti dal sociologo francese Pierre Bourdieu alla critica teorica, tra i quali i concetti di habitus e capitale simbolico. L'habitus e', secondo Bourdieu, un sistema di disposizioni durevoli e trasferibili. Secondo gli autori, questo paradigma interpretativo si rivela particolarmente idoneo per analizzare la tematizzazione della corruzione/anticorruzione all'interno del processo storico e socio-politico cinese. L' 'originalita' dell'opera consiste quindi nell'applicazione al contesto cinese dell'idea secondo la quale l'habitus e' il principio di generazione e strutturazione delle pratiche e rappresentazioni della corruzione/anti-corruzione, in quanto l'habitus e' responsabile della produzione di pratiche che tendono a riprodurre 'regolarita' immanenti nelle condizioni oggettive. Adottando una duplice prospettiva, storica e sociologica insieme, gli autori conducono il lettore ad analizzare gli aspetti socio-strutturali e il ruolo svolto dalla tematizzazione della corruzione/anticorruzione sia nel corso dei conflitti e delle concorrenze insite nel processo di strutturazione dei campi sociali, sia all'interno del processo di produzione del campo politico-burocratico. Si tratta quindi di uno studio approfondito delle campagne, dei movimenti, e dei conflitti sociopolitici che hanno caratterizzato il processo di concentrazione del capitale simbolico e di strutturazione del campo del potere dal 1949 in avanti, seguendo la logica dell'adesione o della lotta nei confronti dell'habitus risultante dall'incorporazione e dalla costante rielaborazione delle regolarità e delle tendenze immanenti nel tradizionale mondo sociale cinese.